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Cafarnao, di Nadine Labaki

CAFARNAO – Caos e Miracoli 2018
di Nadine Labaki

Sulla locandina italiana del film si legge: Struggente tenero emozionante; potente come Lion e The Millionaire. Giusto, ma non solo, potremmo dire che questo film è, come Lion e The Millionaire. Certo luoghi, persone e storie diverse, ma stessa dinamica e soprattutto stesso disagio, che se ne sta li a ricordarti la miseria umana che c’è in giro, che in qualche modo anche tu ne fai parte e che non devi disperare perché l’happy ending non esiste solo in ambigui centri massaggio ma anche nella vita vera. Differenze interessanti sono sicuramente la non onnipresenza di Dev Patel e l’attore protagonista, Zain al-Rafeea, che è realmente un rifugiato politico, nato in Siria nel 2004 che si trasferisce in Libano con la famiglia nel 2012 vivendo in un campo profughi a Beirut, a 12 anni pur essendo analfabeta e non avendo mai recitato riesce a ottenere il ruolo principale in Cafarnao. Lo Zain del film è un forse dodicenne, dal momento che i suoi genitori non si ricordano quando sia nato, detenuto in un carcere minorile a scontare una pena di 5 anni per aver accoltellato un “figlio di puttana”, poco dopo in tribunale dirà di voler fare causa ai suoi genitori per averlo messo al mondo condannandolo ad una vita miserabile, insieme ad un altra mezza dozzina tra fratelli e sorelle, costringendoli a vivere in condizioni disumane, sfruttandoli, affamandoli, barattandoli e via dicendo. Durante questo processo si ripercorrerà la vita di Zain fino a quel momento, una storia drammatica con vittime, carnefici e ogni tanto qualche anima buona, nell’immensità di una grande città stipata di essere umani che si sono dimenticati di esserlo, un bambino si trascina dietro uno skateboard rubato con una pentola sopra e dentro un bambino di neanche un anno la cui madre è scomparsa. Sicuramente chi ha la fortuna d’esser nato nella parte “giusta” del mondo deve conoscere, riflettere e agire nel proprio piccolo per contrastare ogni tendenza discriminatoria e di disinformazione, vero anche che se non si sceglie di dedicare la propria vita per una causa si tenderà a non pensarci troppo a vivere la propria esistenza con i suoi problemi e le sue leggerezze senza troppi sensi di colpa. Come? Bei Rutti a Beirut ne è un ottimo esempio.

RAUL B.

https://www.youtube.com/watch?v=0VNcR2WxHGs

https://www.youtube.com/watch?v=igyNyv-utA0

Data

17 Nov 2019
Expired!

Ora

21:00 - 22:30
Categoria

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