Skip to content

Laissez bronzer les cadavres

Laissez bronzer les cadavres è un film del 2017, diretto da Hélène Cattet e Bruno Forzani.

Siamo in Corsica, nel cuore del luglio assolato. Giorno 16. Una pittrice cinquantenne non bellissima ma molto conturbante (Elina Löwensohn, rumena naturalizzata americana, faccia incredibile, corpo ancora perfetto a 51 anni) riceve nella sua comune in un posto sperduto – case diroccate, mare, vento e colori abbacinanti (la magia potente e la forza primigenia delle cose elementali che ritorna da Amer) – un gruppo eterogeneo di individui. Arrivano dei rapinatori che hanno trafugato un carico di oro massacrando la scorta, capeggiati da Stéphane Ferrara (l’ex pugile che ha fatto Detective di Godard e ha lavorato tanto in Italia). Arrivano la moglie e il figlio dell’uomo che ora sta con la pittrice, insieme a una ragazza. E, infine, arrivano due gendarmi in moto, maschio e femmina. A questo punto, si scatena l’inferno, la guerra di tutti contro tutti, si comincia a sparare e non si smette più, fino alla fine del film. Per l’oro ma non soltanto per quello. Gli uomini sono come formiche brulicanti tra le rovine corse, nei pertugi della pietra, dentro pozzi di buio in balia dei disegni di forze superiori, degli dei, anzi di una dea, forse l’Ananke, la Necessità, la quale non ha volto né nome ma appare come una imponente silhouette oscurata contro la luce accecante del sole. Una dea vendicativa che piove acqua, fuoco e piscio – alla lettera: c’è un pissing – sui mortali. Laissez bronzer les cadavres non può essere spiegato né fatto capire, va soltanto visto. E questo è pacifico. Per il resto, avventurarsi in esegesi che vadano oltre il fenomeno per attingere il noumeno è rischioso. O dici troppo o troppo poco.
(nocturno.it)

Data

01 Dic 2019
Expired!

Ora

21:00 - 22:30
Categoria

Designed using Neux. Powered by WordPress.